19/09/2011 (da La Stampa)
Queste pratiche sembrano aumentate in periodo di crisi, anche se il fenomeno è spesso sommerso da fenomeni più pressanti, come la perdita del lavoro. L’indagine fa emergere che spesso la prepotenza è nascosta da comportamenti soft (abusi psicologici, umilazioni e maldicenze) e la tendenza dei mobizzati è quella di subire senza reagire, come peraltro dichiarano farebbero anche tutti quelli che mobbizzati non sono. Il mobbing si manifesta spesso in modo “laterale”: ha subito abusi psicologici, umilazioni e maldicenze circa la metà del campione.
La maggioranza pensa che Internet favorisca il mobbing, con limiti o divieti al suo uso da parte del mobbizzato o mettendolo in cattiva luce sulla rete. Tre italiani su quattro ritengono che le nuove tecnologie possano favorire la diffusione di tale comportamento. Coi social network vengono usate tecniche vessatorie per mettere in cattiva luce il mobizzato anche ad esterni (per il 51% degli intervistati).
Nonostante ciò, spesso il mobizzato tende a subire e non trova la forza di reagire. Circa la metà dei mobizzati (47%) fa finta di niente e continua a lavorare. Solo il 17% si è rivolto ad un’associazione, a un sindacato o ad un avvocato (16%).
Da La Stampa