BERLINO\ aise\ – Sabato 8 novembre si è svolto a Berlino presso, presso i locali del locale Istituto Italiano di Cultura, un incontro del personale a contratto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale impiegato presso l’Ambasciata, i Consolati e gli Istituti di Cultura italiani in Germania e in Europa.
L’incontro convocato dal Coordinamento degli impiegati a contratto degli Istituti Italiani di Cultura aveva all’ordine del giorno: le sperequazioni di trattamento del personale e la conflittualità ricorrente tra datore di lavoro e singoli o gruppi di impiegati, la ristrutturazione della rete estera (gli effetti delle Sedi soppresse per l’utenza e per la riallocazione del personale, nonché le prospettive di ulteriori future soppressioni), la tutela della rappresentatività sindacale di tutto il personale del Ministero: di ruolo e a contratto sia a legge italiana che a legge locale e l’applicazione della norma europea (direttiva europea 883/2004 e 987/2009) che prescrive che gli oneri sociali e previdenziali del personale a contratto debbano essere assolti entro il 2020 nel paese estero sede dell’attività e non più in Italia.
Gli impiegati intervenuti, giunti nonostante lo sciopero delle ferrovie federali tedesche da diverse città della Germania, dalla Danimarca e dalla Slovenia, hanno potuto esporre le problematiche in discussione all’On. Laura Garavini (deputata Pd eletta all’estero)che, impedita a partecipare personalmente, si è collegata con la sala dell’incontro in videoconferenza.
Tra le principali richieste: il superamento del DL 103/2000 che non garantisce un inquadramento ed un trattamento equo per tutto il personale a contratto e negli anni ha generato evidenti sperequazioni ed un cospicuo numero di cause presso il tribunale del lavoro.
“Altresì – si legge nella nota diramata oggi – si è verificato che le soppressioni di Sedi all’estero del Ministero degli Affari Esteri non hanno nella maggior parte dei casi generato risparmi, ma notevoli difficoltà nella fruizione dei servizi per l’utenza. Per il personale delle Sedi che verranno soppresse, come già osservato in un’interrogazione parlamentare dell’Onorevole Di Biagio, si teme non vi siano da parte del Ministero concrete garanzie di riallocazione come disposto dall’art. 160 del DPR 18/1968”.
Quanto alla rappresentatività sindacale di tutto il personale del Ministero degli Affari Esteri, nell’incontro è stata deprecata la forzatura che esclude il personale a contratto a legge locale, elettori attivi e passivi delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), dal calcolo dei distacchi sindacali. “Con questo colpo di mano – prosegue la nota – viene ridotto ingiustificatamente il peso contrattuale del sindacato più rappresentativo della categoria, l’UNSA CONFSAL ESTERI, al quale aderisce la gran parte del personale a contratto del Ministero”.
“In materia di oneri sociali da assolvere entro il 2020 – si spiega – nel paese estero di servizio si è verificato che il datore di lavoro non ha ancora informato adeguatamente il personale sulle conseguenze, ad esempio previdenziali, di tale cambiamento: è sicuramente necessario un approfondimento e maggiore chiarezza della materia”.
Alle 17.30 l’incontro si è concluso ed alcuni partecipanti hanno approfittato per partecipare alle commemorazioni della caduta del muro di Berlino. (aise)