Il mistero delle chiusure
di Luciana Mella
Mentre anche politici tedeschi dicono no alla chiusura degli sportelli consolari di Norimberga e Saarbrücken, in Italia si ignora qualsiasi richiesta, e non solo.
- Il Consolato di Norimberga
Abbattere gli sprechi all'interno delle Pubbliche Amministrazioni senza però variare i servizi alle collettività. Nessun obbligo normativo a chiudere sedi Consolari, Sportelli consolari o Istituti Italiani di Cultura. Nonostante queste siano le linee guida del Decreto Legge 95/2012 sulla revisione della spesa, il Governo Letta-Alfano continua ad accanirsi sull'estero annunciando la chiusura, entro l'estate, di altre 24 rappresentanze nel mondo, concentrate soprattutto in Europa. Eppure in Germania, oltre alle proteste dei Presidenti Comites e della comunità italiana, anche i sindaci di Saarbrücken, Charlotte Britz, e di Norimberga, Ulrich Maly, e i deputati al Bundesrat Michael Frieser, Martin Burkert e Gabriela Heinrich hanno preso posizione contro l'abolizione degli Sportelli, senza ottenere, fino ad ora, alcun esito o risposta. Nulle anche le azioni intraprese, o meno, dai Parlamentari eletti all'estero, nemmeno da quelli di maggioranza. Eppure ricordiamo che l'ex Ministro agli Affari Esteri, Giulio Terzi, a pochi mesi dalla sua elezione, prese la decisione politica di sospendere tutte le chiusure programmate per il 2012 dal suo predecessore. Un'altra ombra si getta poi sull'elenco contenente le sedi da sopprimere: quale è il ruolo giocato dai Sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, attraverso il loro comparti esteri?