ROMA\ aise\ – Per provvedere alla sicurezza del personale nelle ambasciate e nei consolati italiani all’estero, la Farnesina dovrebbe prevedere un unico protocollo, senza demandare ai singoli capi missione. È quanto sostiene Andrea Delmastro Delle Vedove (FdI) in una interrogazione al Ministro degli esteri Di Maio.
“Il Sindacato Unsa Esteri – si legge nella premessa – ha denunciato l’assenza di un protocollo di sicurezza chiaro ed univoco delle sedi fuori dai confini nazionali del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; il sindacato denuncia come, nel pieno di una pandemia planetaria e dinanzi ad una gestione lacunosa e confusionaria dell’emergenza nelle nostre sedi oltre confine, viene ribadita la priorità dell’autonomia finanziaria e gestionale delle singole sedi ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 54 del 2010 e la responsabilità del capo missione riguarda alla sicurezza del personale rispetto all’esigenza di uniformità, “una lavata di mani con l’arroganza di farla in punta di diritto” dichiarano”.
Il deputato ricorda, quindi, che “il decreto del Presidente della Repubblica n. 54 del 2010 non contempla il modus operandi amministrativo da adottare in piena emergenza sanitaria internazionale e le iniziative definite dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale non sono state recepite allo stesso modo dalle singole sedi”.
Tornando alla nota della Confsal Unsa, Delmastro riporta: “Mole di lavoro triplicata, assenza di personale sia per conclamate vacanze sia per contagi da COVID-19, unitamente al moltiplicarsi di sedi chiuse e alla mancanza di specifiche linee guida sull’attuazione del lavoro agile stanno complicando enormemente il lavoro del personale all’estero senza chi vi sia stata un’indicazione chiara dalla sede centrale, che ha affidato al buon cuore e alla responsabilità dei singoli lavoratori le sorti di intere comunità – si legge nella nota – Tutto questo è inaccettabile”; e ancora: “Al di là delle favole che ci sono state narrate dal MAECI circa l’ottimale dematerializzazione e digitalizzazione dei servizi e delle operazioni amministrative e dell’efficienza operativa oltre confine – continua – ci troviamo dinanzi a casi di impiegati costretti ad esporsi a notevoli rischi in ragione dell’assenza di una corretta e programmata organizzazione del lavoro e delle priorità. Alla vigilia di uno dei momenti più bui dell’emergenza sanitaria invochiamo una maggiore responsabilizzazione di Roma nella gestione operativa delle sedi, in deroga alle più volte ribadita autonomia delle sedi, in ragione del carattere straordinario della contingenza sanitaria, sociale ed economica attuale”.
Il deputato, quindi, chiede a Di Maio “se intenda adottare protocolli di sicurezza univoci per tutte le sedi all’estero per non lasciare al capo missione l’onere e la responsabilità della sicurezza del personale”. (aise)