ROMA\ aise\ – Duro attacco contro il Governo e i parlamentari eletti all’estero quello delCoordinamento Esteri del sindacato Confsal Unsa, che si scaglia contro la Legge di Stabilità che, accusa, ancora una volta dissangua la Farnesina.
La legge, elenca il sindacato, prevede “l’aumento delle tariffe consolari dal 20 al 40%; tanto, chi ha dovuto lasciare il Paese per sbarcare il lunario all’estero, ha fatto già il piacere di togliersi di torno, creando una valvola di sfogo a un sistema che altrimenti sarebbe esploso, già ha tolto allo Stato il fastidio di garantirgli la pubblica sanità e l’istruzione ai propri figli. Ora, se chiede al proprio consolato (ammesso che ne trovi ancora uno aperto) un atto di stato civile o notarile, una traduzione o una legalizzazione di firma, gli faranno pagare quasi il doppio”.
Al secondo punto, il “risparmio sul personale docente in servizio all’estero: ai figli degli emigrati portano via maestri e insegnanti, limitandosi alla promessa di mandarne nuovi, freschi, freschi”, ironizza il sindacato.
E ancora: la chiusura di altri consolati? “La chiamano “Riduzione della presenza dello Stato all’estero tramite le strutture diplomatico-consolari” e significa semplicemente disagi e ancora disagi nella fruizione dei servizi da parte di oltre 6 milioni di italiani che vivono all’estero, declassati ancora una volta a cittadini di serie B nella fruizione dei servizi statali, nonché perdita di posti funzione per il personale della Farnesina”.
Citando la relazione del senatore Sangalli in Commissione esteri, la Confsal Unsa sostiene che “con 3,6 milioni di Euro in meno alla diffusione della lingua e cultura italiana” si dice “addio Istituti Italiani di Cultura. Addio alla cultura, al nostro maggiore articolo d’esportazione e all’unico motivo d’orgoglio nazionale. A chi è stato obbligato a emigrare, tolgono l’unico motivo di positiva identificazione col nostro Paese oltre i confini nazionali”.
Infine, i tagli ai Patronati: “invece di limitare gli sprechi, le situazioni di opacità amministrativa nella rendicontazione dell’attività di queste strutture in Italia e all’estero, e di vigilare, dunque, sul corretto uso dei contributi dell’Erario a quegli Enti di Patronato che sono di fondamentale importanza per gli italiani oltre confine, – accusa il sindacato – lo Stato brilla nuovamente con tagli lineari – quelli del 2015 hanno eliminato in toto i patronati più piccoli che non garantivano la loro presenza in almeno 8 Paesi -, dimostrando di non avere un progetto serio di riforma, e appoggiando indirettamente chi si destreggia nel sistema, continuando a farne il parassita. E così ancora tagli con legittimazione di Enti ormai superati nella loro essenza, rimandando alle calende greche quella riforma tanto necessaria ad adeguarli alle effettive esigenze dei lavoratori italiani all’estero”.
Consal Unsa, poi, sostiene che “per motivare la Farnesina a disfarsi del proprio patrimonio immobiliare (che nel frattempo – come ad Amburgo – va a pezzi) la Finanziaria promette di risarcirla con una parte del ricavato, con la formula “se vendi ti do la percentuale, se non vendi ti attacchi al tram”. La Legge finanziaria è la manovra politica per eccellenza. Questo è il momento di stare a guardare cosa faranno proprio quei politici che gli italiani all’estero hanno mandato in quel parlamento che sta per approvarla”.
“Protesteranno? S’indigneranno? Poi getteranno la spugna con gran dignità? Non sarebbe la prima volta. A noi – conclude il sindacato – il compito di stare a guardare e di contrastarli, ogni qual volta sono lesi i diritti dei residenti all’estero, siano essi inseriti nei processi lavorativi delle società ospitanti oppure dipendenti della Farnesina”. (aise)