La Confsal-Unsa Coordinamento Esteri esprime la propria più netta contrarietà alle annunciate chiusure di Istituti Italiani di Cultura all’estero.
L’Italia, con il suo patrimonio culturale apprezzato in tutto il mondo, con le sue Città d’arte, i suoi innumerevoli siti UNESCO, i suoi scavi archeologici, la sua musica, la sua letteratura e la sua arte, ha una ricchezza ineguagliata che attrae proprio per questa sua unicità milioni di appassionati da tutto il mondo, portando ricchezza economica al nostro Paese nelle sue più svariate forme (turismo, acquisti di prodotti italiani, amore per la lingua italiana che è una delle più studiate all’estero).
Gli Istituti Italiani di Cultura, come si legge tra l’altro sulla pagina ufficiale del Ministero degli Affari Esteri, sono preziose vetrine per l’Italia e il primo contatto che tantissimi amanti dell’Italia hanno dall’estero.
Gli Istituti Italiani di Cultura all’estero vanno mantenuti, perché:
– sono da più di 50 anni lo strumento principale per portare la conoscenza dell’Italia all’estero.
– sono punti di incontro capillari che parlano a tutto il mondo della ricchezza dell’Italia, della sua cultura e della sua lingua
– sono degli anelli fondamentali nella rete di contatti con istituzioni accademiche, fondazioni, associazioni culturali. Ad essi fanno capo, p. es. le attività dei Lettori di Italiano
– sono un punto di riferimento e supporto delle numerosissime facoltà di Italianistica presenti in tutto il mondo
– sono ponti con la collettività italiana all’estero, che ha fame di “pane culturale” che arriva dalla madrepatria e di cui hanno profonda nostalgia
– sono il fiore all’occhiello ed il partner privilegiato delle istituzioni locali quando si tratta di parlare di Italia
– hanno personale competente, perfettamente bilingue e motivato che funge da moltiplicatore culturale Laddove altri Paesi, culturalmente piú svantaggiati dell’Italia, vanno ad incrementare la loro presenza all’estero, quale azione politica lungimirante a vantaggio dei propri interessi d’immagine ed economici, l’Italia dopo un lungo periodo di tagli lineari e di esigue dotazioni finanziarie alla cultura e alla ricerca, dimostra ancora più marcatamente la propria miopia con la chiusura di questi preziosi strumenti, come se fossero delle inutile appendici. Se li sapesse usare meglio, forse troverebbe finalmente una risposta ai problemi economici che da tanto l’assillano.
La Confsal Unsa Esteri condurra' un'accesa lotta contro le chiusure previste e per il mantenimento dei posti di lavoro. Come affermato in più occasioni, Laddove gli Istitituti Italiani di Cultura non sono demaniali, chiedera' una loro integrazione come “Uffici culturali” presso le rappresentanze diplomatico-consolari immediatamente vicine, e laddove sono demaniali (cioè senza spese aggiuntive di affitto) si battera' per il mantenimento del loro status.
Le previste chiusure degli Istituti Italiani di Cultura sono un forte danno all’immagine dell’Italia all’estero, ancora più imbarazzante che questo annuncio avvenga proprio nell’anno del Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi festeggiato in tutto il mondo.