Interrogazione su assicurazione sanitaria impiegati a contratto

Ufficio Stampa Sen. Aldo Di Biagio
Vice Presidente Commissione Industria
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Interrogazione a risposta scritta

Ai ministri degli affari esteri e della Salute,

per sapere, premesso che:

per quanto concerne la copertura assicurativa sanitaria degli impiegati della rete estera del Ministero, con contratto disciplinato dalla legge locale, il MAECI avrebbe stipulato una polizza assicurativa Rimborso Spese mediche di natura privata con UNISALUTE SPA;

stando alle informazioni a disposizione dell’interrogante, ai sensi della suddetta convenzione sarebbe stato definito un massimale di spesa, pari a € 15.000,00 l’anno, senza che sia stata indicata una deroga o una specifica per le terapie e le cure “salvavita”, come le terapie chemioterapiche i cui costi, qualora dovessero essere sostenuti privatamente da un cittadino italiano in un Paese estero, indipendentemente dal sistema sanitario in esso vigente, risultano nei fatti insostenibili, tali da rendere il suddetto massimale assolutamente inadatto;

a conferma dello scenario di criticità e di complessità che deriva dalla sussistenza di tali limiti nella copertura assicurativa garantita dal Ministero, risulta all’interrogante il caso emblematico della Sig.ra Giovanna Grollo, impiegata locale in servizio presso l’Istituto italiano di Cultura di Istanbul, deceduta nei giorni scorsi, paziente oncologica grave dal 2015, affetta da carcinoma al seno con metastasi ossee,  che proprio dal 2015 era sottoposta, su indicazione del medico curante, a cicli di chemioterapia e di radioterapia;

nello specifico, la dipendente era assicurata, tramite la citata polizza “UNISALUTE”, la quale prevedeva in origine una copertura per “prestazioni extra-ricovero” fino ad un massimo di € 10.000, nel 2016 elevato ad € 15.000,00, categoria entro la quale rientrano anche i cicli di chemioterapia e radioterapia;

l’ammontare di tali massimali, risulta nei fatti insufficiente, perché comunque non garantisce, così come purtroppo non ha garantito, l’accesso alle terapie “salvavita” alla Sig.ra Grollo, anche in ragione della sussistenza di elevate franchigie a carico dell’assicurato;

al fine di fornire quanti più precisi elementi di analisi, un dipendente a legge locale, nel caso della Sig.ra Grollo percepisce una retribuzione netta di 1.951,00 Euro, pertanto l’esigenza di far fronte alle spese mediche non coperte dall’assicurazione attingendo dai propri risparmi, come è accaduto alla signora Grollo, rappresenta una grave violazione dei diritti inalienabili della persona nonché una violazione del dettato costituzionale, essendo compromesso il portato dell’articolo 32 della Carta Costituzionale, oltre che una mancata rispondenza con i livelli essenziali di assistenza garantiti dal nostro sistema sanitario;

si ritiene opportuno evidenziare che le richieste di intervento da parte della signora Grollo, sostenute anche dalla rappresentanza sindacale a cui la signora era iscritta, nonché dal sottoscritto sono state molteplici e ripetute segnatamente nella fase in cui la signora Grollo è stata costretta a sospendere la cura in ragione dell’assenza di copertura assicurativa e di assenza di risparmi personali, ormai completamente prosciugati per far fronte alle terapie precedenti;

si è inteso riportare il caso della Signora Grollo esclusivamente a titolo esemplificativo in ragione della sintesi degli elementi e della drammaticità di quanto verificatosi, al fine di sottolineare lo scenario più ampio dell’attuale inadeguatezza degli strumenti assicurativi sanitari attualmente vigenti e concordati tra il Ministero ed un’assicurazione privata;

si ritiene opportuno segnalare che l’attenzione del MAECI e degli uffici competenti è sempre stata elevata, mostrando disponibilità e sensibilità nei confronti delle richieste formulate segnatamente per quanto riguardo il confronto con gli interlocutori assicurativi, e nel continuo sollecito della richiesta di riformulazione dei massimali dell’Assicurazione, anche tenendo conto dei tempi eccessivamente lunghi con cui UNISALUTE ha dato riscontro ed ha gestito l’intera questione,

risulta all’interrogante che il prossimo rinnovo della Convenzione tra MAECI e UNISALUTE sarà previsto per il 2018, ed in quella sede il MAECI potrebbe sollecitare una revisione della citata clausola limitativa al fine di superare un vincolo insostenibile che potrebbe creare problemi anche in futuro ad altri dipendenti, esorcizzando una violazione di un diritto costituzionale, e consentendo la tutela e la garanzia del rispetto del diritto alla salute e all’assistenza a tutti i dipendenti del Ministero all’estero, indipendentemente dalla loro configurazione contrattuale, e nel contempo creare le più adeguate condizioni affinché nessun lavoratore dello Stato italiano, a prescindere dal vincolo contrattuale che ne disciplina l’operatività, possa sentirsi abbandonato sul versante dell’assistenza sanitaria o possa trovarsi in una inaccettabile condizione di disagio:-

quali sono le iniziative che si è inteso intraprendere nella prospettiva, condivisa, di rettificare l’attuale configurazione della convenzione assicurativa per i dipendenti a legge locale della rete estera del Maeci;

se non si ritenga ipotizzabile valutare delle formule assicurative, rimodulabili, in termini di massimale qualora la fattispecie sanitaria del singolo dipendente abbia un carattere di specificità e gravità tale da necessitare di un sostegno maggiorato.

Aldo Di Biagio

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