IL COMITES DI SAARBRÜCKEN PRONTO A SCENDERE IN PIAZZA CONTRO LA CHIUSURA DELLO SPOSRTELLO CONSOLARE

SAARBRÜCKEN\ aise\ – “È stato aggiunto all’ultimo momento anche lo Sportello Consolare di Saarbrücken alla lista delle possibilità di chiusura resa nota dal Ministero degli Affari Esteri il 29 novembre”. Il presidente del locale Comites, Giovanni Di Rosa, si chiede ora “perchè”.

“Non è bastato abolire il Consolato di prima classe nel 2009? Non è bastato ridurre il personale a tre unità effettive per le richieste di oltre 33.000 connazionali?”, si domanda Di Rosa, che incalza: “la revisione della spesa da noi è già passata! Il Consolato ce lo avete già chiuso e lo sportello consolare è l’eccellente applicazione della spending review!”.

Secondo Di Rosa e gli altri membri del Comites, “La chiusura dello Sportello Consolare a Saarbrücken sfugge per tanto a ogni logica, ma soprattutto a quella del risparmio. I costi del mantenimento dello Sportello Consolare non superano i 1300 euro mensili e i tre impiegati di stanza a Saarbrücken comunque sarebbero pagati, dopo la chiusura, dalla sede centrale di Francoforte!”.
“Il Ministero degli Affari Esteri vuole dunque costringere i connazionali del Saarland a sciropparsi 400 Km andata e ritorno per una semplice carta d’identità o un passaporto, giustificandosi col risparmio di 1300 euro al mese?”, si chiede ancora il Comites.
Di Rosa ricorda che “all’ultima riunione del Comitato Generale degli Italiani all’Estero il rappresentante del MAE, Ministro Plenipotenziario Belloni, ha effettivamente asserito che “Siamo tutti nella stessa barca”. Il Comites di Saarbrücken risponde: si è vero, ma noi siamo dei passeggeri”, mentre l'Amministrazione e il MAE si “ostinano ad effettuare manovre pericolose per le collettività italiane all’estero, asserendo che gli sportelli consolari non sono opzioni degne di considerazione, nonostante l’efficienza, il risparmio, la vicinanza alle collettività dimostrate in Germania (Saarbrücken e Norimberga) proprio da questo tipo di unità in questi ultimi tre anni!”.
In particolare il presidente del Comites ricorda che lo scorso mese di ottobre “gli ispettori del MAE” avevano dichiarato allo stesso Di Rosa: “Il vostro Sportello funziona eccellentemente”. Ed un mese più tardi, rileva con amara ironia, “il MAE dice: Bene! Allora chiudiamo Saarbrücken!”
“Contro questa e altre incoerenze palesate dall’amministrazione del Ministero degli Affari Esteri; contro l’assurdità economica della chiusura dello Sportello Consolare in Saarbrücken; contro l’obbligo, che si vuole addossare a una collettività di oltre 33.000 connazionali, di assolvere trasferte di 400 Km per un semplice servizio che lo Stato deve a tutti i suoi cittadini (anche se dallo stesso Stato costretti ad emigrare sia mezzo secolo fa, sia l’anno scorso)”, conclude la nota di Giovanni Di Rosa, “il Comites di Saarbrücken esprime la propria indignazione e protesta, dichiarandosi pronto a scendere nuovamente in piazza per difendere i diritti dei cittadini del saarland palesemente calpestati da chi di norma dovrebbe invece tutelarli e difenderli!”. (aise)

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