“…..Prendendo atto delle due conformi pronunce della Suprema Corte, il Ministero degli Affari Esteri si asterrà pertanto, d’ora in avanti, dal proporre eccezione di giurisdizione nelle analoghe controversie instaurate dai dipendenti a contratto locale. Alla luce delle pronunce giurisdizionali, che incidono sul quadro normativo di riferimento, tale approccio consente di superare la problematica evidenziata dagli Onorevoli interroganti …..”.
TI FIDERESTI DI QUESTE PAROLE?E FAI MALE!
L’attendibilità degli impegni dell’Amministrazione degli Affari Esteri sembra, infatti, seguire gli sbalzi dello Spread: quello che leggi oggi non vale domani!
Risale a poco meno di sei mesi fa l’impegno preso dal Ministero degli Affari Esteri, in risposta ad un’interrogazione parlamentare, sul diritto degli impiegati a contratto locale di poter citare in giudizio la nostra Amministrazione presso un Tribunale Italiano.
La risposta dell’Amministrazione all’Onorevole interrogante, chiara e netta:
“ Il Ministero degli Affari Esteri si asterrà pertanto, d’ora in avanti, dal proporre eccezione di giurisdizione”
Parole scolpite agli atti parlamentari: chiare per tutti.
Non abbastanza chiare, però, per i legali della Farnesina che il 4 dicembre, davanti al Tribunale del Lavoro di Roma, nella vertenza promossa dall’impiegato a contratto Amor Khediri contro un licenziamento in tronco di una brutalità mai vista presso il nostro Dicastero, hanno indirettamente affermato che la parola data dal Ministro vale poco e niente. Perché? Perché hanno fatto il contrario di quanto annunciato cinque mesi fa da quest’ultimo: hanno proposto al giudice “l’eccezione di giurisdizione” rispedendo in Tunisia – dunque al giudice locale, il quale peraltro si era già dichiarato non competente nel caso in parola – l’impiegato a contratto con tutte le sue sacrosante rivendicazioni, nonostante la presenza di ben due sentenze emesse della Cassazione, a Sezioni riunite, che dispongono in altro modo.
Nel frattempo siamo abituati agli sbalzi dello Spread, ma non vogliamo abituarci agli sbalzi della parola data da un Ministro della Repubblica davanti ai membri del nostro Parlamento.
Come la legge, anche la lealtà, la coerenza e la correttezza dovrebbero essere elementi imprescindibili in un rapporto di lavoro. Se la parola data da un Ministro della Repubblica ha ancora un suo valore, allora vogliamo sperare che questo scivolone dei legali del MAE sia stato un semplice “incidente di percorso”, al quale la competente direzione per il personale riporrà rimedio al più presto.
Roma, 05.12.2012
CONFSAL UNSA COORDINAMENTO ESTERI