Urge un confronto con il Governo sul mancato ripristino delle detrazioni ai lavoratori a contratto del Ministero

Recentemente, durante le mie visite nei consolati italiani in Nord America, ho potuto riscontrare personalmente l’importanza delle strutture consolari anche come strumento di salvaguardia e promozione del ruolo del nostro Paese nel mondo a fronte di una scarsità di risorse umane non più sostenibile.
Infatti, si assiste ad una crescita esponenziale della mole di lavoro e una mancanza di personale e quello che c’è si trova ad affrontare una situazione di crisi economica dovuta all’aumento del costo della vita. In particolare i lavoratori a contratto locale hanno problemi di adeguamento stipendiale con una situazione retributiva, in USA, ferma da oltre 15 anni.
Per tale ragione ho presentato un emendamento in Commissione bilancio al cosiddetto “Decreto aiuti” per permettere agli impiegati a contratto della nostra rete diplomatico-consolare, tagliati fuori dall’accesso all’assegno unico, che in attuazione della legge delega 1° aprile 2021 n. 46 sostituisce le detrazioni per figli a carico e l’assegno per il nucleo familiare, di usufruire di adeguate detrazioni per carichi di famiglia.
Tali lavoratori non possono accedere all’assegno unico poiché i requisiti soggettivi si collocano nella residenza sul territorio italiano e nella cittadinanza, quindi si è venuto a creare un vuoto normativo che però esclude una categoria di lavoratori che svolgono un ruolo prezioso nelle sedi consolari all’estero dove rappresentano anche un valore aggiunto ma vedono lesi i loro diritti di lavoratori determinando una sfiducia nell’Amministrazione degli Esteri che non va a beneficio di un lavoro sereno per i connazionali.