ROMA\ aise\ – Prendendo spunto dalle ultime procedure di selezione di direttori di "chiara fama" da preporre agli Istituti Italiani di Cultura di Tunisi e New York, le cui candidature, secondo il bando della Farnesina devono essere state presentate entro il 10 del corrente mese di febbraio, Alessio Tacconi, deputato 5 Stelle eletto in Europa, aveva nei giorni scorsi presentato una risoluzione in commissione a cui ha fatto seguito, oggi, la presentazione di una Proposta di Legge.
Firmata anche dai suoi colleghi della Commissione Esteri, l'iniziativa parlamentare intende regolamentare, in attesa di una riforma complessiva degli Istituti di Cultura nel mondo, la nomina dei cosiddetti "chiara fama" secondo criteri improntati alla trasparenza e alla meritocrazia.
"L’attuale legge, che risale al 1990", ricorda Tacconi, "prevede infatti per tali nomine un meccanismo di selezione il cui unico criterio è l’assoluta discrezionalità dell’Amministrazione".
"Anche il recente avviso per il conferimento di incarico per Tunisi e New York", continua il dputato, "chiarisce espressamente che non si tratta di un vera e propria procedura concorsuale, in quanto tali nomine rientrerebbero nell’esercizio di un potere discrezionale dell’Amministrazione".
L’esercizio di tale "potere discrezionale", denuncia Tacconi, nonostante i formali inviti a manifestare interesse rivolti a una pluralità di candidati, ha di recente creato una vera e propria "parentopoli culturale" con "nomine clientelari di amici, congiunti e parenti dei potenti di turno, molto spesso, tra l’altro, privi di specifiche competenze per l’amministrazione finanziaria e del patrimonio degli Istituti, che pure rientrano tra i compiti di un direttore".
Da qui e "a fronte delle criticità riscontrate, che hanno avuto ampia eco sugli organi di stampa" nasce la proposta di legge, con cui, spiega Tacconi, "abbiamo pensato di introdurre dei correttivi alle procedure di nomina dei direttori di "chiara fama", convinti che personalità di indiscusso prestigio culturale possano rappresentare un prezioso valore aggiunto alla capacità di promozione e penetrazione culturale dell’Italia nel mondo".
"Per noi", prosegue il depuitato eletto all'estero, "è imprescindibile il superamento del principio di discrezionalità e chiediamo perciò l’introduzione di procedure di selezione con procedure comparative, pubbliche e accessibili, affinché i candidati siano scelti sulla base di criteri oggettivi sia in relazione al riconosciuto prestigio negli ambienti culturali nazionali e del Paese di destinazione, sia in relazione alle provate capacità manageriali e di promozione culturale. Il risultato atteso di una maggiore trasparenza andrà di pari passo con la scelta della candidatura più idonea, garanzia per i cittadini di competenza e professionalità".
"Infine", conclude Tacconi, "anche nell’ottica del risparmio, proponiamo che il ricorso a personalità di "chiara fama" esterne alla pubblica amministrazione, riducendone il numero da 10 a 5, sia una procedura residuale, privilegiando, invece, le professionalità già esistenti all’interno della stessa Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese dove attualmente prestano servizio sette dirigenti (su un organico previsto di 10 unità), le cui professionalità non sembrano pienamente utilizzate". (aise)