Corritalia.de : L’Ambasciatore Benassi scrive alla governatrice del Saarland

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L’Ambasciatore Benassi scrive a difesa della facoltà d’italianistica a Saarbrücken. Ma è ancora silenzio sui servizi consolari nel Saarland.

Si apprende da ambienti vicini alla Cancelleria di Stato di Saarbrücken che il nostro Ambasciatore a Berlino, Pietro Benassi, si sarebbe rivolto con una lettera alla Governatrice della Saar Annegret Kramp-Karrenbauer, chiedendole di rivedere le decisioni del suo Governo sulla soppressione della cattedra d’italianistica a Saarbrücken.

Il nostro Ambasciatore, tra l’altro, avrebbe evidenziato gli sforzi finanziari attuati anche dall’Italia a sostegno d’importanti progetti accademici realizzati presso la stessa università. L’Ambasciatore Benassi si sarebbe reso disponibile per cercare insieme soluzioni e compromessi che tenessero conto sia delle esigenze di ristrutturazione dell’Ateneo sia della necessità di mantenere in vita una facoltà che vanta di un prestigio mondiale. La nostra Ambasciata ha però un altro conto aperto con il Saarland, su cui, purtroppo, il nostro Ambasciatore non si sarebbe soffermato nella sua missiva e che riguarda i servizi consolari per la folta collettività italiana. L’offerta di locali gratuiti per ospitare un ufficio consolare nella Capitale del Saarland, avanzata dalla stessa Governatrice Kramp- Karrenbauer nel mese di giugno del 2014 è, infatti, sinora rimasta senza seguiti concreti.

Il Governo del Saarland non ha posto alcuna condizione formale, come la nomina di un console onorario, per l’apertura di un’unità amministrativa proprio nel palazzo della Cancelleria di Stato di Saarbrücken. Resta l’auspicio che il bisogno degli italiani del Saarland di poter fruire serenamente dei servizi consolari sul posto, grazie ad una piccola unità periferica, risvegli pertanto nel nostro Ambasciatore lo stesso interesse mostrato per la presenza accademica del nostro Paese in quella parte della Germania. Sarebbe legittimo aspettarsi che le rimostranze degli ambienti intellettuali avessero per la nostra Ambasciata lo stesso valore delle proteste esternate dai lavoratoti italiani del Saarland e del vicino Platinato, i quali fino al mese di luglio del 2014 potevano avvalersi di uno Sportello consolare nella loro zona di residenza. La riapertura di un Ufficio periferico sul territorio del Saarland sarebbe decisamente un segnale con duplice effetto: il ripristino della pace sociale in seno ad una collettività che si sente malamente abbandonata e la dimostrazione alle Autorità locali di voler prendere in considerazione il Saarland quale partner istituzionale di degno livello. Con la decisione della chiusura del Consolato di prima classe a Saarbrücken nel 2010, l’Italia ha chiuso gli occhi anche sull’importanza del Saarland per l’economia nazionale.

Il giro d’affari import-export tra il nostro Paese e la Saar ammonta ogni anno a cifre che superano abbondantemente un miliardo di Euro. Basterebbe una telefonata dell’ Ambasciatore per issare nuovamente il nostro Tricolore a Saarbrücken a beneficio dell’Italianità in generale, sia per i lavoratori sia per gli intellettuali. Una telefonata per attivare servizi che allo Stato italiano non costerebbero nulla ma che allevierebbero i disagi di gente che non si rivolge al Consolato solo per il passaporto. Basti pensare all’imminente raccolta dei certificati di esistenza in vita avviata dalla londinese City Bank per conto dell’Inps e che costringe centinaia di anziani pensionati del Saarland a sobbarcarsi centinaia di chilometri per un semplice certificato, senza il quale, brutalmente viene sospeso il pagamento della pensione. Che Berlino rifletta.

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