CONTRATTISTI E RAPPRESENTANZA SINDACALE: I DEPUTATI PD INTERROGANO MADIA E GENTILONI

ROMA\ aise\ – “Intervenire per affermare il valore di principio della legge 22 marzo 2012, n. 38 sulla rappresentanza sindacale” del personale a contratto impiegato dal Mae all’estero. Nuova interrogazione per una vecchia questione, che non cambia nonostante la “legge-Fedi”, quella presentata dai deputati Pd eletti all’estero ai Ministri Madia e Gentiloni.

“La legge 22 marzo 2012, n. 38 (modifiche al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali di particolari categorie di personale del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale), – si ricorda nella premessa – ha modificato la legge n. 165 del 2001, inserendo all’articolo 42, dopo il comma 3, il comma 3-bis: “3-bis. Ai fini della costituzione degli organismi di cui al comma 3, è garantita la partecipazione del personale in servizio presso le rappresentanze diplomatiche e consolari nonché presso gli istituti italiani di cultura all’estero, ancorché assunto con contratto regolato dalla legge locale. Di quanto previsto dal presente comma si tiene conto ai fini del calcolo della rappresentatività sindacale ai sensi dell’articolo 43”; è stato inoltre introdotto l’articolo 50-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. “Art. 50-bis. (Personale delle rappresentanze diplomatiche e consolari e degli istituti italiani di cultura all’estero). – 1. In considerazione di quanto disposto dall’articolo 42, comma 3-bis, le disposizioni di cui all’articolo 50 si applicano anche al personale in servizio presso le rappresentanze diplomatiche e consolari nonché presso gli istituti italiani di cultura all’estero, ancorché assunto con contratto regolato dalla legge locale”; l’approvazione della legge 22 marzo 2012, n. 38, ha posto sullo stesso piano tutto il personale in servizio presso le rappresentanze diplomatiche e consolari e presso gli istituti italiani di cultura all’estero”.
“Con l’approvazione della legge – si legge ancora – è stata garantita la libertà sindacale del personale a contratto che ha già votato in sede di rinnovo di importanti rappresentanze sindacali; appare oggi incomprensibile che in sede ARAN si vogliano apportare correttivi discriminatori alla piena partecipazione al rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie creando un collegio di rappresentanza sindacale separato per il personale a contratto; la decisione, ove confermata, limiterebbe la libertà sindacale attraverso una separazione che ridurrebbe sia la libertà sindacale affermata dal Parlamento con la riforma del 2012 che il valore del voto ed il carattere complessivo della rappresentanza”.
I deputati, dunque, chiedono ai Ministri “se non si ritenga necessario intervenire per affermare il valore di principio della legge 22 marzo 2012, n. 38 sulla rappresentanza sindacale” e “se non si ritenga necessario intervenire per garantire la libertà di espressione sindacale del personale a contratto del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale che è equiparato a tutti gli effetti, anche ai fini delle prerogative e tutele sindacali, tra cui l’elettorato attivo e passivo nell’ambito delle rappresentanze sindacali unitarie e la rappresentatività, a tutti i restanti dipendenti del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e, in generale, della pubblica amministrazione, tant’è che ai sensi della norma suddetta ha già preso parte alle elezioni suppletive rappresentanze sindacali unitarie avvenute nel 2013 nelle sedi di Copenaghen e Tokyo e nel 2014 nelle sedi di Tirana, Mosca e Lugano, con elezione di rappresentanti RSU con contratto locale, già nel pieno del loro mandato”. (aise)

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