COMUNICATO n. 58/2013: Adeguamenti per il personale a contratto locale

Adeguamenti per il personale a contratto locale

 La CONFSAL UNSA raccoglie per i propri iscritti e non,  i frutti di una battaglia condotta in prima persona e non priva di colpi di scena !

In data odierna ha avuto luogo un’informativa della DGRI alle OOSS sugli adeguamenti retributivi a favore di una parte del personale a contratto. Secondo quanto affermato dall’Amministrazione ai tavoli, gli adeguamenti in parola sarebbero quelli  approvati gia’ nel 2012, con decorrenza 1.07.2012, e subito dopo bloccati fino al 31 dicembre dal D.L. 95/2012 sulla Spending Review.

 

La CONFSAL UNSA Esteri, si era attivata, a suo tempo, per ottenere i provvedimenti del 2012, che si erano resi possibili soltanto grazie ad un apposito parere del Consiglio di Stato (v. nostro Comunicato n. 85/2011) circa l’esclusione del personale a contratto dal blocco retributivo introdotto dal D.L. 78 del 2010.

Dopo l’importante risultato ottenuto inizialmente, quindi, la doccia fredda del D.L. 95/2012 che sospendeva tutti gli adeguamenti fino al 31.12.2012. Il nostro Sindacato si era da subito attivato, soprattutto all’inizio del 2013, per far sì che l’Amministrazione desse seguito al pacchetto di aumenti congelati nel 2012. Tuttavia, nuove difficoltà insorte per opera del Ministero dell’Economia e Finanze, che confermava agli Esteri di non voler dar seguito agli adeguamenti di cui sopra per le gravi ristrettezze economiche in cui versava  e versa tutt’oggi il nostro Paese, bloccavano nuovamente la procedura.

Il nostro Sindacato, confrontato con l’ennesimo ostacolo, dava quindi  il via ad una campagna di ricorsi per Paese – ad oggi ne sono stati depositati in Tribunale oltre un centinaio – per i mancati adeguamenti avvenuti nell’arco dell’ultimo quinquennio.  

Oltre ai ricorsi, la CONFSAL UNSA Esteri si adoperava a tutti i livelli – all’interno del MAE e non – affinché si procedesse con l’attribuzione degli adeguamenti per i Paesi già individuati, nonché si proseguisse con l’esame delle richieste giunte dalle Ambasciate successivamente al 2012. Venivano altresì proclamati, solo da questo Sindacato, stati di agitazione e addirittura scioperi mirati in alcuni Paesi.

Il nostro Sindacato è ora lieto di poter informare i propri iscritti che i tanti mesi di lotta incessante sull’argomento stanno portando oggi i loro frutti.

La DGRI-VII ha comunicato che il “pacchetto 2012” verrà ripresentato alla Ragioneria  (miracolo !)  la quale, effettuati gli accertamenti tecnici, dovrà esprimersi circa l’accoglimento dello stesso. La decorrenza sarà in ogni caso  successiva alla stipula dei nuovi atti aggiuntivi e, a detta dell’Amministrazioni, dovrebbe avvenire entro il 2013.

L’Amministrazione non ha voluto rivelare né le singole percentuali di aumento, né i beneficiari degli stessi, i quali nella maggioranza dei casi sono a legge locale, oppure a legge italiana post ’97, quindi con retribuzioni analoghe al personale a contratto locale. I Paesi interessati sono: Angola, Armenia, Australia (quest’ultima avrà una tempistica più celere), Azerbaijan, Bosnia Herzegovina, Brasile, Corea del Sud, Fed. Russa, Georgia, Giappone, Hong Kong, India, Kazakhstan, Kenia, Nigeria, Pakistan, Rep. Sudafricana, Senegal, Siria, Svezia e Svizzera.

Separatamente agli adeguamenti, l’Amministrazione ha già messo in atto alcuni singoli “livellamenti”, ovvero adattamenti retributivi di personale ricollocato a seguito di chiusure di sedi consolari.

La CONFSAL UNSA Esteri non può fare a meno di dare sfogo alla propria insoddisfazione per  esclusioni eclatanti dalla lista dei paesi destinatari.

Trattasi, infatti di Paesi in attesa di adeguamenti retributivi anche da 13 anni! In quest’ambito, ricordiamo che talune Ambasciate hanno volutamente ritardato l’invio dei dati alla DGRI, oppure hanno escluso arbitrariamente le rappresentanze sindacali locali dall’elaborazione e presa visione dei dati locali da trasmettere alla DGRI, i quali costituiscono la base per ogni richiesta di aumento.

Inoltre, il nostro Sindacato non può che deplorare, come già fatto nel 2012, l’arbitrarietà con la quale l’Amministrazione, ha applicato un “cuscinetto del 10%” tra le retribuzioni attuali e quelle risultanti dalle richieste documentate da parte delle singole Ambasciate, limitando gli eventuali adeguamenti alla parte eccedente. Ciò, in pieno contrasto con i dettati del D.L. 103/2000, art. 157, che contrariamente a quanto disposto dal MAE, fissa ben altri criteri in ambito di aumenti retributivi: stipendi pagati dalle altre Rappresentanze, dati relativi mercato al mercato del lavoro locale, richiamo al principio dell’omogeneità retributiva all’interno della stessa categoria.

Questo Sindacato, rappresenta da oramai tre anni responsabilmente – proprio in considerazione del particolare momento di crisi attraversato dall’Italia, e non ultimo del blocco contrattuale fino alla fine del 2014 nel pubblico impiego – la necessità di adeguamenti retributivi in Paesi che presentano situazioni di particolare gravità, sia sotto il profilo della mancata corresponsione di aumenti salariali da quasi 13 anni, sia a seguito di straordinarie situazioni locali.

Per questo motivo la nostra Sigla non può che considerare il “pacchetto” di cui sopra – sul quale comunque si deve ancora esprimere la Ragioneria – un ben misero provvedimento iniziale, cui dovrà immediatamente seguire  un nuovo finanziamento per i tanti Paesi rimasti oramai da troppi anni completamente esclusi da qualsiasi forma di adeguamento.

Roma, 7 ottobre 2013

CONFSAL UNSA Coordinamento Esteri

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