ROMA\ aise\ – “Ministro Mogherini, rimetta il Mae sulla giusta rotta: via dal neoliberismo verso la tutela effettiva dei 4,5 milioni d’italiani residenti all’estero”. Questo l’invito che ilCoordinamento Esteri della Confsal Unsa rivolge al Ministro Federica Mogherini, in una nota in cui il sindacato si dice “fiducioso che con la nuova guida della Farnesina si tornerà finalmente alle tradizioni ed ai principi che ne hanno fatto il pilastro della proiezione estera del Paese”.
Spunto di riflessione, la necessità espressa da Mogherini di riflettere con cognizione di causa sulla riorganizzazione della rete diplomatico-consolare, prima di discutere la mozione dei senatori eletti all’estero a Palazzo Madama.
Mossa che il sindacato ha interpretato come una sorta di “invito alla riflessione” e che, dicono, fa ben sperare. Su questa scia, la Confsal Unsa Esteri ribadisce che “è giunta l’ora che il MAE cessi di imitare malamente o, peggio ancora, di definirsi la “filiale” del Ministero dell’Economia. Le competenze del Dicastero degli Esteri riguardano la nostra politica estera, il nostro Sistema Paese, la nostra diplomazia e, non per ultima, la tutela degli interessi di oltre quattro milioni e mezzo d’italiani sparsi sui cinque continenti. È ora che il MAE si spogli del ruolo non del tutto confacente di interprete delle dinamiche economiche mondiali. Infatti, il messaggio sinora propagato con la sintesi “Chiusura dei servizi ai connazionali all’estero significa apertura di nuovi orizzonti all’economia italiana” è, infatti, allo stato attuale, un falso di dimensioni storiche”.
Rivolti “ai gattopardisti, che sinora hanno parlato di “necessità di risparmio” per nulla cambiare sulla propria scrivania”, secondo il sindacato Mogherini “dovrebbe dare una sola risposta sulla ristrutturazione della Rete diplomatico-consolare: ammodernamento, alleggerimento, semplificazione, trasformazione di strutture obsolete in “Uffici di servizio” e abbattimento di sprechi. I dirigenti del MAE non hanno saputo dare sinora risposta alle domande di alcuni senatori, che chiedevano: “Abbiamo 44 ambasciatori in Europa, perché? Da anni se ne parla, ma non c’è mai stato nessun piano per ridurli.” E ancora “i consoli restano, gli ambasciatori restano, mentre chiudete piccoli uffici di servizi”. Siamo certi e fiduciosi che le risposte della nuova dirigenza politica del MAE dissiperanno ogni dubbio sulla volontà di agire con equilibrio sociale, serietà e celerità, anche in considerazione delle imminenti chiusure (fine aprile), evitando soprattutto la creazione di personaggi con incarichi “onorari” degni solo delle migliori operette viennesi o di “funzionari itineranti” il cui posto è meglio collocato ne “I miserabili” di ottocentesca memoria”.
“Ormai è sotto gli occhi di tutti: il nuovo Governo ha imposto un nuovo stile con il quale quanto annunciato dalla passata gestione in materia di riforma della Rete consolare non combacia nemmeno per un terzo. Siamo certi – concludono – che la prima ad accorgersene sarà proprio il Ministro degli Esteri, Federica Mogherini”. (aise)