AISE: PROTESTANO GLI ITALIANI DI MONTEVIDEO: I SERVIZI CONSOLARI SONO PEGGIORATI – DI MATTEO FORCINITI

MONTEVIDEO\ aise\ – “Riecheggiano timidamente le parole di un folto gruppo di manifestanti Montevideo che chiedono la riapertura del Consolato in una calda mattinata estiva semidesertica. Una battaglia ormai persa, quella del miglioramento dei servizi consolari, che continua però a generare il principale malcontento per la popolazione italiana in Uruguay“, scrive Matteo Forciniti, che era presente alla protesta e ha raccolto la voce dei presenti in un articolo pubblicato su Gente d’Italia, il quotidiano diretto a Montevideo da Mimmo Porpiglia.


“Al centro dei fatti c’è la decisione presa dal Governo che nel 2013 ha declassato la sede uruguaiana in Cancelleria Consolare nel piano di riduzione delle spese. “Da allora” – assicurano in molti qui- “la situazione è peggiorata”. 
Sotto il sole abbagliante un folto gruppo di persone si riunisce attorno alle insegne del Maie (Movimento Associativo Italiani all’Estero) che ha “spolverato” per l’occasione il fondatore-presidente e deputato Ricardo Merlo. È la seconda volta che il Maie organizza un’iniziativa simile da queste parti. 
“Bisogna riaprire il Consolato”, “servono più risorse” sono alcune delle rivendicazioni dei presenti, una quarantina al massimo.
Ad aprire la giornata c’è stato l’intervento di Aldo Lamorte, vicepresidente del Comites (Comitato degli Italiani
all’Estero), che ripete a gran voce “il torto è stato subito da un intero Paese. C’è bisogno di coscientizzare tutti gli italouruguaiani su questa problematica”.
Già, ma dove sono i 120mila cittadini italiani?
“I nostri anziani” – spiega in seguito Lamorte entrando nel merito della questione con un esempio – “meritano di ricevere un trattamento migliore. Non hanno familiarità con le nuove tecnologie, per questo motivo hanno il diritto di essere ricevuti dal personale in ufficio”.
Ingiustizia e mancanza di rispetto sono i due concetti più importanti che esprime l’onorevole Merlo. “Ingiustizia per i nostri connazionali dimenticati ma anche una grande mancanza di rispetto per un Paese importante come l’Uruguay. La scelta del Governo è stato un gigantesco errore”.
Il deputato italoargentino si scaglia con durezza anche contro la tassa speciale per il riconoscimento della cittadinanza approvata nel luglio del 2014 e che ha generato forti polemiche tra gli italiani all’estero: “Una vergogna. Una misura assolutamente illegittima. Mi chiedo se la cittadinanza sia un diritto o un privilegio per quelli che se lo possono permettere. Perché gli immigrati che sono in Italia sono esclusi da questo trattamento? È stata una vera e propria discriminazione per coloro che vivono fuori dall’Italia. Fino ad oggi con questa tassa sono stati raccolti più di 30 milioni di euro, una cifra enorme che potrebbe essere investita in modo più appropriato”.
Piovono attacchi anche al Partito Democratico e agli altri deputati eletti all’estero: “Ci sentiamo soli e abbandonati, gli altri non hanno fatto niente per questa causa”. 
Tra il pubblico accorso alla manifestazione c’è tanta delusione. C’è chi parla per esperienza personale, chi critica le scelte per principio e chi chiede solo “rispetto per una comunità”. Ci si scambia racconti, si condividono cronache di disavventure quotidiane: “Dal mese di novembre sto cercando di prendere l’appuntamento on line per il passaporto di mio figlio ma risulta sempre occupato. Non c’è mai una data libera. Dovremo viaggiare il prossimo giugno ma la vedo molto difficile. È uno scandalo”.
“Il Consolato offre servizi inadeguati”. Scuote la testa Mario Darino, presidente del Circolo Italiano della Costa de Oro, venuto da Atlantida per l’occasione. “Le autorità ci avevano promesso che non ci sarebbero state conseguenze invece tutti sanno che non è così. La situazione è peggiorata”.
Ma quali sono i principali problemi? “Viene offerto un pessimo ricevimento. Al telefono non risponde nessuno, sul web trovare una data libera è praticamente impossibile e poi le persone anziane non vengono ricevute. Insomma c’è l’urgenza della riapertura di una sede degna di questo nome” sostiene con convinzione Darino.
“Questa è una battaglia che non deve avere colori politici” è la riflessione di Alfredo Tortorella dell’Associazione Calabrese. “In passato ci sono state spese inutili nel mondo e ci troviamo tutti d’accordo sul fatto che un risparmio era assolutamente necessario per le casse dello Stato. Tuttavia dimenticare la storia di una nazione che per metà ha origini italiane è davvero una grande mancanza di rispetto. Abbiamo subito una decisione illogica ed ingiusta”.
L’architetto calabrese, però, fa anche autocritica: “È triste vedere così poca gente per un problema che ci riguarda tutti. Siamo in un periodo difficile per mobilitare gente, poi l’avviso è stato dato anche con un certo ritardo. Era prevedibile”. In ogni caso “bisogna lottare e andare avanti” questa la sua ricetta.
“Velocizzare i servizi” è l’auspicio di Martin Quijano, 23 anni, uno dei pochi giovani presenti. “Il Consolato deve essere un punto di riferimento, c’è bisogno di un cambio radicale”. “Tutti noi” – prosegue Quijano – “potremmo fare di più informando la gente ed essere attivi anche sul web per far prendere coscienza della situazione”.
Vede invece una “giornata positiva” il presidente del Comites Claudio Melloni che appoggia le richieste già citate. “Siamo convinti che attraverso un piano di intervento maggiore l’ufficio consolare agirebbe in modo migliore”.
Dopo i proclami e gli appelli una delegazione viene ricevuta dall’ambasciatore Piccato in un colloquio privato. “Questo è un problema a livello di Governo” ripete all’uscita Merlo, di fronte ai pochi che sono rimasti, cosciente che le decisione importanti vengono prese altrove. “L’ambasciatore mi ha detto che qui lavorano in totale 22 persone. C’è poco spazio. Serve un intervento specifico per Montevideo, un interesse diretto da parte delle autorità””. (aise) 

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