8 novembre 2015:
Una grande manifestazione
per il rispetto e per difendere la dignità di
Essere un Lavoratore Pubblico
MA…….
NO ALLA PAURA
NO ALLA RASSEGNAZIONE
NO ALLE OFFESE AI DIPENDENTI PUBBLICI
Certo, dopo i fatti di Parigi, il dubbio se scrivere queste righe sull’importanza della manifestazione del 28 novembre mi è venuto.
MA l’alternativa alle parole era il silenzio, e restare in silenzio avrebbe significato essere già caduti nella strategia del terrore che questi delinquenti terroristi dell’ISIS vogliono iniettare in noi e nella nostra società.
In questi momenti di dolore e sgomento, mi aggrappo alla consapevolezza che l’Europa e l’Italia hanno vissuto innumerevoli guerre e stragi, costate milioni di morti e città distrutte, MA i nostri nonni e nonne come i nostri padri e madri ci hanno mostrato che davanti all’orrore ci si può e ci si deve rialzare con la schiena dritta, lottando per la libertà e soprattutto per la democrazia, perché esse sono il più importante lascito che possiamo offrire alle generazioni che ci seguono. Non cedere alla paura è un dovere che abbiamo davanti ai nostri figli e davanti ai nostri nipoti e un dovere verso chi ci ha passato i testimone della libertà di opinione.
Amici, dobbiamo essere consapevoli che questa manifestazione rappresenta un momento cruciale nella lotta per il rispetto che la classe politica deve avere per il pubblico impiego e i suoi lavoratori.
È un’occasione fondamentale perché le più importanti Confederazioni e Federazioni del Lavoro Pubblico sfileranno insieme accumunate da un unico interesse e obiettivo che è quello di ottenere un contratto per i lavoratori che sia dignitoso dopo che per sei anni pagato la crisi economica attraversata dal Paese.
Spesso però i lavoratori dicono e si dicono: “fare questo o quello non serve perché il governo è forte e il sindacato è indebolito per tanti motivi”. Uno di questi motivi può essere l’autoreferenzialità in cui tanti sindacati sono caduti oppure perché alcuni sono diventati potentati economici. Forse tutto ciò in parte è anche vero MA rendiamoci conto che la democrazia ha un prezzo spesso elevato e non esiste il sistema perfetto in cui tutto funziona in modo ideale o come vorremmo. Vivere in un sistema democratico significa lavorare per migliorarlo non pretendere che sia perfetto e lavarsene le mani se non lo è.
I nostri desideri di avere tutti i sindacati perfetti sono legittimi, MA questo non cambia il senso ultimo della questione: più forte è il sindacato ora, più è reso forte dai lavoratori ora, e più sarà forte al tavolo delle trattative per rivendicare ora i diritti dei lavoratori, che molto spesso sono di vitale importanza come in questo caso riguardo al diritto al contratto.
Voglio ricordare che se questo sindacato non avesse intrapreso la via del ricorso al giudice contro il blocco dei contratti, chiedendo di rimettere gli atti alla Corte Costituzionale, e se la Corte Costituzionale stessa non avesse accolto il ricorso dell’UNSA, oggi non saremmo neanche qui a parlare di rinnovo contrattuale. E se questo Governo non avesse messo 5 euro nella legge di stabilità forse oggi i sindacati più rappresentativi non scenderebbero tutti insieme in piazza.
Amici, oggi vi chiedo, il 28 novembre stiamo tutti insieme. Per un giorno lasciamo a casa i problemi, lasciamo a casa le paure, lasciamo a casa le divisioni, e portiamo in piazza le nostre rivendicazioni, le nostre ragioni, le nostre emozioni così cariche di rimostranze verso tanti governi che hanno voluto umiliare la nostra professionalità e la nostra dignità di servitori dello stato e della società italiana nelle sue più diverse sfaccettature e scendiamo in piazza con le nostre bandiere, con i nostri fischietti, con la nostra forza delle idee MA, soprattutto con la consapevolezza che il lavoro pubblico è importante e che i lavoratori pubblici non sono uno scottex da usare e buttare via.
per questo…
Tutti insieme
il 28 novembre in piazza
con l’UNSA
Il Segretario Generale
Massimo Battaglia
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